29 novembre 2022
Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 209 del 13.10.2022, con la presente si richiede la corretta posizione tributaria di un contribuente che si trova nella seguente situazione:
1. È appartenente alle Forze dell’Ordine.
2. È separato legalmente, ma non divorziato.
3. È proprietario di 3 unità immobiliari (di seguito denominate A, B, C) destinate a civile abitazione, ubicate in 3 città diverse.
4. È comproprietario al 50% dell’immobile A, dove però risiede anagraficamente il coniuge, il quale ha ottenuto il diritto di abitazione a seguito dell’atto di separazione.
5. Il contribuente ha residenza anagrafica presso la sede di lavoro. Nella stessa città è ubicato l’immobile B.
In base alle seguenti informazioni, posto che sia pacifico il pagamento dell’Imu sull’unità immobiliare C, si chiedono chiarimenti in merito a come considerare le unità immobiliari A e B.
È corretto considerarle entrambe come abitazioni principali ed esentarle dal pagamento dell’Imu?
Grazie
1. È appartenente alle Forze dell’Ordine.
2. È separato legalmente, ma non divorziato.
3. È proprietario di 3 unità immobiliari (di seguito denominate A, B, C) destinate a civile abitazione, ubicate in 3 città diverse.
4. È comproprietario al 50% dell’immobile A, dove però risiede anagraficamente il coniuge, il quale ha ottenuto il diritto di abitazione a seguito dell’atto di separazione.
5. Il contribuente ha residenza anagrafica presso la sede di lavoro. Nella stessa città è ubicato l’immobile B.
In base alle seguenti informazioni, posto che sia pacifico il pagamento dell’Imu sull’unità immobiliare C, si chiedono chiarimenti in merito a come considerare le unità immobiliari A e B.
È corretto considerarle entrambe come abitazioni principali ed esentarle dal pagamento dell’Imu?
Grazie
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29 novembre 2022
Buongiorno Dott. Cava.
Nel nostro comune è presente una struttura ricettiva, regolarmente iscritta in catasto con categoria D/2, di proprietà di un pastore della chiesa evangelica.
All'interno della stessa struttura è stata dichiarata dal contribuente, un'area destinata a luogo di culto,
usata principalmente come ritrovo per ritiri spirituali ed alloggio.
Preciso che la suddetta area non è un'unità immobiliare catastalmente indipendente e che tale "destinazione d'uso" riguarda una porzione dell'anno solare, per la restante parte è destinata ad attività ricettiva.
Il contribuente chiede che la suddetta area venga tassata come luogo di culto.
Chiediamo pertanto come sia corretto procedere, applicare la tariffa come da richiesta del contribuente oppure, considerata la conformazione catastale della struttura e che nel complesso viene svolta un'attività ricettiva, applicare la tariffa quale albergo? Grazie
Nel nostro comune è presente una struttura ricettiva, regolarmente iscritta in catasto con categoria D/2, di proprietà di un pastore della chiesa evangelica.
All'interno della stessa struttura è stata dichiarata dal contribuente, un'area destinata a luogo di culto,
usata principalmente come ritrovo per ritiri spirituali ed alloggio.
Preciso che la suddetta area non è un'unità immobiliare catastalmente indipendente e che tale "destinazione d'uso" riguarda una porzione dell'anno solare, per la restante parte è destinata ad attività ricettiva.
Il contribuente chiede che la suddetta area venga tassata come luogo di culto.
Chiediamo pertanto come sia corretto procedere, applicare la tariffa come da richiesta del contribuente oppure, considerata la conformazione catastale della struttura e che nel complesso viene svolta un'attività ricettiva, applicare la tariffa quale albergo? Grazie
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IMU
28 novembre 2022
Nel nostro Comune alcune ditte hanno omesso di presentare la dichiarazione IMU per usufruire delle agevolazioni previste per l'emergenza covid. La suddetta omissione comunque, da quello che abbiamo letto, non comporterebbe la decadenza del beneficio, ma solo l'applicazione di un'autonoma sanzione per omessa dichiarazione. E' corretta la nostra interpretazione? Grazie.
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24 novembre 2022
Il nostro ufficio ha provveduto a notificare ad un contribuente avvisi di accertamento per gli anni 2015, 2016 e 2017. Per gli accertamenti relativi alle annualità 2015 e 2016 il contribuente non ha mai presentato istanza per l'annullamento degli atti e gli stessi atti pertanto, sono divenuti definitivi. Avverso l'atto emesso per l'anno 2017, invece lo stesso contribuente ha presentato istanza di annullamento allegando sentenza del tribunale che assegnava l'immobile oggetto di accertamento alla moglie ex coniuge già dall'anno 2014. Vista tale documentazione, l'ufficio è orientato ad annullare in autotutela anche gli atti relativi agli anni 2015 e 2016. E' corretto procedere in questo modo , oppure considerando gli atti 2015 e 2016 già definitivi, è opportuno procedere con la riscossione coattiva degli stessi ?
Grazie
Grazie
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23 novembre 2022
Un proprietario di immobile costruito per le finalità agrituristiche costituito da 4 camere con servizi, nel 2008 lo accatasta in cat D10, nel 2009 il “CATASTO” rigetta la categoria D10 e lo censisce come D2, il proprietario non fa nessuna opposizione fino a quando non inizia a ricevere dal nostro Ente avvisi di accertamento IMU per omesso versamento, dato che il proprietario dava per scontato l’esenzione.
Nel 2020 ripresenta nuovo accatastamento come variazione della destinazione in pensione –attività agricola allegando : qualifica di IAP della moglie, contratto di affitto alla stessa con decorrenza 2014 registrato nel 2020 e iscrizione all’albo degli agriturismi con la proposta di categoria D10.
Nel 2021 il catasto nuovamente rigetta e riclassifica l’immobile in D2.
Il proprietario, continua ad insistere che l’immobile è rurale perchè realizzato anche con finanziamenti relativi all’attività agricola (addicendo a noi comune come primi conoscitori della questione…), arriva quindi fino al Direttore del Catasto che a seguito di “verifica” (nell’ormai 2022) di tutti i documenti allegati al docfa, ritiene che l’immobile sia di fatto classificabile in D10 e in autotutela annulla il precedente provvedimento dando efficacia alla variante proposta nel 2020.
Ora il proprietario in forza della categoria D10 e di tutti i requisiti del caso, chiede che il comune tenga conto di ciò ed annulli gli avvisi di accertamento fin qui emessi relativi alle annualità precedenti il 2020.
Si chiede quindi un parere se questo ufficio deve tenere conto che l’immobile dal suo primo accatastamento aveva i “requisiti” di ruralità oppure deve attenersi strettamente alla variazioni catastali susseguite confermando quindi gli avvisi di accertamento emessi e accertare l’omesso versamento fino al 2020?
Nel 2020 ripresenta nuovo accatastamento come variazione della destinazione in pensione –attività agricola allegando : qualifica di IAP della moglie, contratto di affitto alla stessa con decorrenza 2014 registrato nel 2020 e iscrizione all’albo degli agriturismi con la proposta di categoria D10.
Nel 2021 il catasto nuovamente rigetta e riclassifica l’immobile in D2.
Il proprietario, continua ad insistere che l’immobile è rurale perchè realizzato anche con finanziamenti relativi all’attività agricola (addicendo a noi comune come primi conoscitori della questione…), arriva quindi fino al Direttore del Catasto che a seguito di “verifica” (nell’ormai 2022) di tutti i documenti allegati al docfa, ritiene che l’immobile sia di fatto classificabile in D10 e in autotutela annulla il precedente provvedimento dando efficacia alla variante proposta nel 2020.
Ora il proprietario in forza della categoria D10 e di tutti i requisiti del caso, chiede che il comune tenga conto di ciò ed annulli gli avvisi di accertamento fin qui emessi relativi alle annualità precedenti il 2020.
Si chiede quindi un parere se questo ufficio deve tenere conto che l’immobile dal suo primo accatastamento aveva i “requisiti” di ruralità oppure deve attenersi strettamente alla variazioni catastali susseguite confermando quindi gli avvisi di accertamento emessi e accertare l’omesso versamento fino al 2020?
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22 novembre 2022
Ad una attività ricettiva sono stati inviati gli avvisi bonari TARI dal 2015 al 2022, dove le tariffe tenevano conto della varie attività svolte nella struttura: Bar, sala ballo, sala ristorante/pizzeria, camere da letto.
L’importo dell’avviso veniva regolarmente pagato fino al 2019, finché il gestore ha scritto al questo comune per chiedere l’esatta applicazione della tariffa che non doveva essere frazionata ma unificata a “Albergo con ristorante”.
Dai conteggi fatti dal 2015 al 2019 risultata che l’errata applicazione delle tariffe su menzionale in luogo di quella unica per tutta la superficie, generava pagamenti in eccedenza per i quali si chiede il rimborso.
Si ritine che il contribuente sia nel giusto nel richiedere l’unica tariffa, chiediamo però, considerato che l’istanza è stata presentata nel 2021 è possibile riformulare gli avvisi pregressi già emessi e regolarmente pagati, generando come detto dei pagamenti in eccedenza che andrebbero in parte compensati e parte restituiti?
L’importo dell’avviso veniva regolarmente pagato fino al 2019, finché il gestore ha scritto al questo comune per chiedere l’esatta applicazione della tariffa che non doveva essere frazionata ma unificata a “Albergo con ristorante”.
Dai conteggi fatti dal 2015 al 2019 risultata che l’errata applicazione delle tariffe su menzionale in luogo di quella unica per tutta la superficie, generava pagamenti in eccedenza per i quali si chiede il rimborso.
Si ritine che il contribuente sia nel giusto nel richiedere l’unica tariffa, chiediamo però, considerato che l’istanza è stata presentata nel 2021 è possibile riformulare gli avvisi pregressi già emessi e regolarmente pagati, generando come detto dei pagamenti in eccedenza che andrebbero in parte compensati e parte restituiti?
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22 novembre 2022
Buongiorno Dott. Cava, esplico di seguito il mio quesito.
Coniugi separati sono proprietari al 50% di un'immobile nel quale risiede e dimora tutt'oggi il marito.
La moglie è proprietaria di due immobili:
1) la sua vecchia casa coniugale in comproprietà con l'ex marito
2) altro immobile in comproprietà con i fratelli avuto in eredità con la morte del padre dal 01.01.2022.
Dal 2015 la moglie è residente con le figlie nell'immobile n.2, nel quale risiede anche la madre che ha il diritto di abitazione in quanto coniuge superstite pertanto esente IMU.
La domanda è, la moglie può godere dell'esenzione IMU per l'immobile n.1 nonostante abbia la residenza nell'immobile 2?
La ringrazio Dotto. Cava.
Coniugi separati sono proprietari al 50% di un'immobile nel quale risiede e dimora tutt'oggi il marito.
La moglie è proprietaria di due immobili:
1) la sua vecchia casa coniugale in comproprietà con l'ex marito
2) altro immobile in comproprietà con i fratelli avuto in eredità con la morte del padre dal 01.01.2022.
Dal 2015 la moglie è residente con le figlie nell'immobile n.2, nel quale risiede anche la madre che ha il diritto di abitazione in quanto coniuge superstite pertanto esente IMU.
La domanda è, la moglie può godere dell'esenzione IMU per l'immobile n.1 nonostante abbia la residenza nell'immobile 2?
La ringrazio Dotto. Cava.
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IMU
18 novembre 2022
Buongiorno, questo Comune deve trasmettere i ruoli ad agenzia entrate riscossione, ruoli relativi ad annualita' 2014, notificati a fine dicembre 2019, divenuti definitivi nel 2020, prima di procedere con l'iscrizione a ruolo e' necessario emettere un sollecito nei confronti dei contribuenti morosi? Ricordo che per gli avvisi notificati entro un certo anno non c'era bisogno di sollecito successivamente si, la domanda sarebbe per gli avvisi notificati da quale anno occorre emettere il sollecito prima di effettuare l'iscrizione a ruolo? grazie
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18 novembre 2022
Buongiorno,
il quesito è relativo ad un fabbricato A/3 con annotazione di ruralità di cui il contribuente chiede l'esenzione imu in quanto asservito a terreni agricoli concessi in affitto a Azienda agricola sulla base di un contratto di affitto di fondo rustico nel quale sono indicati solo i terreni mentre l'immobile in oggetto non è riportato. si chiede se l'esenzione puo' essere riconosciuta anche sul fabbricato abitativo.
grazie
il quesito è relativo ad un fabbricato A/3 con annotazione di ruralità di cui il contribuente chiede l'esenzione imu in quanto asservito a terreni agricoli concessi in affitto a Azienda agricola sulla base di un contratto di affitto di fondo rustico nel quale sono indicati solo i terreni mentre l'immobile in oggetto non è riportato. si chiede se l'esenzione puo' essere riconosciuta anche sul fabbricato abitativo.
grazie
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15 novembre 2022
Abbiamo emesso avvisi di accertamento esecutivo tari ad una SRL, notificando presso il domicilio fiscale della stessa.
Non avendo riscontro del pagamento abbiamo inviato sollecito, trascorsi il periodo senza riscontro stiamo procedendo all'emissione del ruolo coattivo da inviare ad Agenzia Entrate Riscossioni, possiamo inserire anche i dati del legale rappresentate come soggetto coobbligato?
Non avendo riscontro del pagamento abbiamo inviato sollecito, trascorsi il periodo senza riscontro stiamo procedendo all'emissione del ruolo coattivo da inviare ad Agenzia Entrate Riscossioni, possiamo inserire anche i dati del legale rappresentate come soggetto coobbligato?
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15 novembre 2022
Al fine di adeguare i regolamenti alla legge 130/2022 potrei, secondo lei, predisporre una sola delibera (che poi verrà approvata dal consiglio comunale) dove richiamo: il regolamento generale delle entrate , il regolamento degli strumenti deflattivi, il regolamento di accertamento con adesione, il regolamento imu e quello tari e indicare che ogni qual volta viene citata "commissione tributaria provinciale e regionale" essa va sostituita in corte di giustizia di primo e secondo grado e corte di cassazione ai sensi dell'art. 4 della l. 130/2022? Grazie per il supporto
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15 novembre 2022
Salve, chiediamo cortesemente il vs autorevole parere circa un utente, un'azienda agricola che ha degli uffici nell'immobile rurale. Ci ponevamo il dubbio se fossero assoggettabili TARI o meno.
In attesa, ringraziamo anticipatamente per l'attenzione.
Distinti saluti.
In attesa, ringraziamo anticipatamente per l'attenzione.
Distinti saluti.
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